L'Heim ins Reich fu la linea seguita in politica estera da Adolf Hitler a partire dal 1938. Lo scopo dell'iniziativa fu di convincere tutti i Volksdeutsche, ossia i tedeschi "etnici", che vivevano al di fuori della Germania nazista (ad esempio in Austria, Cecoslovacchia e nei distretti occidentali della Polonia) che avrebbero dovuto sforzarsi per riportare queste regioni "a casa" nella Grande Germania, ma anche di trasferirsi fisicamente dai territori che non erano sotto il controllo tedesco, in seguito alla conquista della Polonia, in conformità con il patto nazi-sovietico.[2] Il manifesto Heim ins Reich prese di mira le aree cedute con il trattato di Versailles al neonato Stato polacco in modo particolare le aree abitate da significative popolazioni etniche tedesche, come i Sudeti, Danzica, e le regioni sudorientali e nordorientali dell'Europa.
L'attuazione della linea politica fu gestita dal VoMi (Hauptamt Volksdeutsche Mittelstelle o "Direzione generale del benessere dei tedeschi etnici"): in quanto agenzia statale dell'NSDAP, si occupò di tutte le questioni legate ai Volksdeutsche, nel 1941 il VoMi passò sotto il controllo delle SS.[3]
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Nic
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tesser